«Aeroporto strategico per il turismo»
La Ctm viaggerà per la Sicilia e la Slovenia. L’ad Gervaso: «Il nostro è un progetto quinquennale ma servono i servizi»
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Il prossimo primo maggio partiranno dall’aeroporto di Salerno i primi voli charter che il tour operator Ctm ha calendarizzato per tutto l’anno, quattro volte a settimana, che collegheranno la città con la Slovenia e con la Sicilia. Un investimento importante che prelude a un progetto serio e concreto come spiega l’amministratore delegato di Ctm Antonio Gervaso. «È la prima volta che ci avventuriamo in questo tipo di iniziativa qui in città anche se è dal 2011 che ci lavoriamo. Abbiamo scelto Salerno per la strategicità della posizione ma anche perché l’aeroporto di Capodichino è saturo, congestionato dai traffici internazionali e non si sposava con le nostre esigenze. Salerno ha una buona struttura, è vicinissimo alle nostre zone d’interesse turistico della Campania fra la Costa d’Amalfi e il Cilento. C’è poi una concreta possibilità di sviluppare questo tipo di ragionamento charteristico anche per il futuro».
Cosa prevede il progetto nello specifico?
«I nostri charter stazioneranno a Salerno per tutto l’anno ed oltre a Portorose in Slovenia ci saranno anche collegamenti con Spalato e Cagliari, c’è poi uno scalo tecnico che facciamo a Catania e che speriamo di poter inserire anche per la clientela. Stiamo pensando di attivare anche altre tratte ed in realtà siamo già in contatto con altri aeroporti ma non abbiamo ancora definito i dettagli, per cui se ne saprà di più fra qualche tempo. Quella di Salerno è una prova generale per mettere in piedi un ragionamento stabile di charter puro e soprattutto sia stabile».
Il vostro contratto prevede voli fino al 30 aprile 2015, dopo cosa accadrà?
«In realtà il progetto è quinquennale, i primi tre anni di start up ed i successivi due di consolidamento. Annualmente rinnoveremo i contratti ma siamo molto fiduciosi anche perché c’è un investimento importate dietro. Salerno rappresenta per noi una base operativa importante, poi abbiamo trovato anche una grande disponibilità da parte della Società di gestione. Tenteremo poi di attivare altre tratte per la stagione estiva soprattutto con la Sicilia volando sette giorni su sette e non quattro come accadrà in questa primissima fase».
Più in generale che idea si è fatto del Costa d’Amalfi?
«Il Costa d’Amalfi è un aeroporto strategico per il turismo ed in quel senso dovrebbero andare le politiche istituzionali per lo scalo e per uno sviluppo serio e concreto che produca anche ricadute economiche sul territorio. La conformazione territoriale, le bellezze e le eccellenze che vi albergano faciliterebbero il compito perché bisogna assolutamente puntare sul turismo anche per una diversificazione rispetto all’offerta di Capodichino perché il rischio che si corre è di avere la stessa offerta ma, inevitabilmente, di proporla ai viaggiatori maggiorata. Non bisogna competere con Capodichino perché in questo momento la battaglia è persa in partenza, la scelta giusta è offrire qualcosa di diverso e puntare sulle potenzialità del territorio».
Il Costa d’Amalfi è definito da molti una cattedrale nel deserto perché è isolato e mancano collegamenti che lo facciano diventare un aeroporto “comodo”. È d’accordo?
«Per quanto riguarda la nostra offerta siamo organizzati anche per il trasporto ed il parcheggio, in questo la società di gestione ci è venuta incontro consentendo di far parcheggiare i viaggiatori a costo zero, ma per il futuro è chiaro che bisogna immaginare una integrazione della mobilità che consenta a tutti di muoversi autonomamente. In questo momento noi privati stiamo sopperendo alle carenze del pubblico. Credo molto in questo aeroporto ma vanno fatte scelte precise».