da Maurodux » 28 dicembre 2008, 22:13
28/12/2008
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FRANCO MATTEO Non ha nessun futuro una visione dello sviluppo intesa in chiave localistica. Il destino di Salerno e della sua provincia deve essere legato a una prospettiva più ampia all'interno del sistema regionale. Una questione di metodo, insomma, quella che propone Antonio Valiante. Il vicepresidente della giunta regionale apprezza per la sua chiarezza e lucidità l'intervento del presidente degli industriali salernitani Agostino Gallozzi e mette in campo la sua ricetta per superare una situazione di crisi che rischia di diventare drammatica in questa delicata fase di congiuntura internazionale. Il presidente di Assindustria Salerno chiama i livelli istituzionali alla mobilitazione per venir fuori da una situazione che rischia di diventare pericolosa. «L'analisi di Gallozzi è lucida e puntuale. Personalmente resto convinto, come ho sempre sostenuto, che non abbia futuro una visione dello sviluppo tutta in chiave salernitana. Del resto non vi è dubbio che Salerno abbia il ruolo più forte, all'interno del sistema regionale, in una prospettiva di sviluppo delle infrastrutture e della logistica. È però necessario uscire da una visione troppo provincialistica». C'è qualcosa in particolare a cui fa riferimento? «Mi riferisco a un metodo generale, ma posso fare un esempio specifico. Dal 2000 sostegno che per l'aeroporto si debba pensare a un gestore collegato al sistema campano e, in particolare, a Capodichino. In primo luogo per il "know how" di alto valore già messo in campo. Poi mi pare sia opportuno stabilire un livello di raccordo tra tutto il sistema aeroportuale regionale, vale a dire tra Napoli, Salerno e Grazzanise. È inutile partire ciascuno per proprio conto. Lo stesso metodo va applicato per l'alta velocità con tutto ciò che comporta sul fronte degli assi ferroviari e stradali. Ma c'è anche un discorso che riguarda le infrastrutture interne: mi riferisco all'area intasata e non ancora ben collegata dell'Agro Nocerino, ma anche al miglioramento dei collegamenti nella parte centrale del Cilento e del Vallo di Diano». Intanto, nell'immediato, il sistema produttivo deve fronteggiare una emergenza. In che modo si può sostenerlo? «Ovviamente, come ha rimarcato in modo giusto Gallozzi, l'infrastrutturazione è una forma di sostegno essenziale al sistema industriale. Nell'immediato il supporto si esplica nel miglioramento della rete di servizi, nell'assistenza al credito e nella garanzia della sicurezza. E non parlo tanto del contrasto, attraverso la polizia municipale, del piccolo disturbo all'ordine pubblico. Mi riferisco invece alla criminalità organizzata e al racket, che pesano sul sistema economico ed esercitano un richiamo forte sui giovani. Per questo bisogna migliorare la gestione dei beni sottratti al crimine organizzato, garantire la sicurezza urbana, sostenere le aziende vittime del racket». Gallozzi sollecita iniziative urgenti dalle amministrazioni locali. Lei ha parlato di strategie coordinate di sviluppo, ma la Regione Campania come sta contribuendo, per quello che le compete, al rilancio del territorio salernitano? «Intanto ci sarà a giorni un protocollo per avviare l'adeguamento dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona. Con l'istituzione della facoltà di Medicina, si tratta infatti di trasformarlo in policlinico. E qui parliamo di una spesa di 150 milioni di euro. Si tratta inoltre di rilanciare la rete dei servizi: dalla sanità ai trasporti con alta velocità e metropolitana. L'Agro Nocerino deve ridiventare un polo forte di sviluppo sul fronte del manifatturiero e dell'agroalimentare. Così la Piana del Sele. Abbiamo già trasferito notevoli risorse verso il territorio salernitano. Ma fondamentale sarà una partecipazione più attiva dei privati oltre che il supporto delle istituzioni locali. Occorre una concertazione attenta di tutti i livelli istituzionali, non sono immaginabili percorsi slegati neanche per i piani regolatori. E poi c'è il forte impegno per la spesa sociale nel bilancio 2009 della Regione anche per sostenere i consumi con interventi di soccorso al reddito e ai mutui per la casa e alle famiglie». Uno dei fronti su cui si gioca lo sviluppo a Salerno è quello della portualità . Ma anche qui c'è una richiesta di interventi urgenti. «Quella di Salerno è la provincia con più investimenti sulla portualità . La Campania e in primo luogo Salerno saranno sempre di più un punto di snodo logistico importante. Basti pensare all'asse Berlino-Palermo e a quello rivolto ai Balcani. O, più in generale, ai rapporti est-ovest e al Mediterraneo come area del libero scambio dal 2010. La Regione Campania si è già proposta come parte attiva del rilancio dell'Unione Mediterranea partito a Parigi. E anche qui è necessaria una politica di raccordo tra le comunità , che coinvolga università , imprese, associazioni e autonomie. In questo quadro, bisogna potenziare l'attuale scalo marittimo commerciale, pensando concretamente, per il futuro, a un nuovo porto a sud di Salerno. Su un progetto del genere i privati sarebbero pronti subito a investire, a partire dalle società dell'Est Asia». Sono sfide importanti. Ma il livello della politica riuscirà , indebolito come è, ad affrontarle? «Ci sono meccanismi di governo locale che di fatto hanno depotenziato la rappresentanza politica e il controllo politico e istituzionale. Va fatta una riflessione seria sui meccanismi di governo locale oggi troppo sbilanciati verso la rappresentanza personalistica, che garantisce poco il governo dell'interesse generale. Vincenzo De Luca a Napoli ha raffigurato un quadro del Pd come di un partito correntizio come era la Dc. Pochi giorni dopo, a Eboli, ha sostenuto che si deve eliminare il correntismo. Ebbene, anche nella Dc ogni tanto c'era qualcuno che voleva eliminare le correnti, ma si riferiva alle correnti degli altri. La necessità , comunque, esiste realmente. E tuttavia non può essere solo declamata, ma deve essere realizzata con identità e progetti comuni».