02 Ottobre 2008
Qualche idea per il "Costa d'Amalfi"
Un vero salernitano non può che gioire per l'apertura ai voli dello scalo di Pontecagnano. Solo uno sprovveduto potrebbe lagnarsi per il ritardo di un aereo o per l'insoddisfacente numero di destinazioni. Aprire un nuovo aereoporto non è la stessa cosa che coprire una tratta con un autobus. E anche per le insufficienze rilevate (strade di accesso, segnaletica verticale, eccetera) bisognerebbe chiamare in causa altre istituzioni (rimaste a guardare) ben prima che la società di gestione. Quelli che siano i limiti (sempre facili da individuare), al "costa d'amalfi" ora si vola. E se questo accade bisogna darne merito in primis al presidente Augusto Strianese.
Fatta questa doverosa premessa, sarebbe il caso che per il decollo della struttura si mettessero da parte i personalismi e si agisse di concerto tra i soci pubblici della società di gestione per accordarsi sulle prossime mosse da fare. Soprattutto adesso che è stato assicurato un consistente finanziamentp pubblico (49 milioni di euro) per il prolungamento della pista e ulteriori miglioramenti alla funzionalità dello scalo.
Il primo incandescente problema che si presenterà sul tavolo di discussione sarà l'affidamento definitivo della gestione. Come è noto l'attuale società è interamente in mano pubblica. Il presidente Strianese, consapevole dei limiti allo sviluppo dello scalo che un assetto totalmente pubblico fatalmente determinerebbe, ha manifestato fino alla vigilia dell'apertura ai voli l'intenzione di avviare la privatizzazione dell'attuale Spa.
Anche se qualche sua dichiarazione rilasciata nel corso dell'inaugurazione ufficilae priva sì all'apporto dei privati, ma sembrava escludere almeno in una prima fase ( quella per intenderci durante la quale si spenderanno i 49 milioni di euro assicurati dalla Regione) che possano entrarvi in quota maggioritaria.
Qualche malpensante osserverà che se la politica ci mette i soldi prima poi presenterà il conto. E non sarebbe la prima volta. La scelta perciò di come procedere non sarà semplice nè indolore. La prudenza suggerisce di andarci piano, sapendo che un soggetto a maggioranza privato difficilmente si addosserebbe la gestione di un impianto con le limitazioni strutturali (no è solo questione di lunghezza della pista) che allo stato il Costa d'amalfi. E sarebbe anche giusto. La nuova società sarà chiamata ad investire ingenti capitali per assicurare nel medio periodo redditività ai diversi operatori dello scalo (e non si tratta solo dei vettori). Che è iòl solo modo per attirarli a Salernoo. Non potrebbe caricarsi fin dallo start-up di costi impropri. D'altra parte, proprio perchè si tratta della fase di avviamento, non sarebbe auspicabile che la mano pubblica si facesse da parte. Almeno per 5-10 anni privato e pubblico dovrebbero procedere in una sorta di regime di partenariato, dove ognuno porta pro quota nel piano-industrale e il proprio bagaglio di esperienza e know-how.