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EMANUELE IMPERIALI È lungo e comprende opere pubbliche al Nord, al Centro e al Sud, l’elenco delle infrastrutture che andrà venerdì all’esame del super Cipe. Stanziati 16 miliardi e 600 milioni per aprire cantieri al massimo entro sei mesi, creando così occupazione diretta e indotta. Una cifra ragguardevole. Non a caso ieri il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha sottolineato che «grazie a queste infrastrutture il Pil nel 2009 potrà aumentare dello 0,7%». Ciò nonostante i ministri dovranno comunque scegliere le priorità , in quanto per finanziare tutto servirebbero ulteriori fondi aggiuntivi che allo stato mancano. E saranno, perciò, privilegiate quelle immediatamente cantierabili. Al Nord la parte del leone la faranno le infrastrutture funzionalmente connesse all’Expo 2015, per realizzare le quali servono circa 2,8 miliardi, indispensabili per mettere a punto le metropolitane e i collegamenti ferroviari. Tra le opere prioritarie figurano altresì due nuove tratte di Alta Capacità , la Brescia-Treviglio per la quale servono 1,9 miliardi e la parte italiana del tunnel del Brennero, che costerà 1,3 miliardi. Inoltre, c'è il Mose di Venezia, per il quale serve subito almeno un altro miliardo. In «project financing», quindi col contributo dei capitali privati, saranno costruite le autostrade Milano-Brescia (Brebemi) che costa 1,55 miliardi, e la Pedemontana lombarda, per la quale sono necessari 4,1 miliardi. Ma una cifra globale di questa entità per le infrastrutture al Nord, pari a circa 12 miliardi, non c'è, considerando che l'85% delle risorse dovrebbe essere destinato al Mezzogiorno, per cui bisognerà scegliere in base agli stati di avanzamento. Al Centro le vere priorità sono rappresentate dalla linea C della Metropolitana di Roma in costruzione, e dalla Civitavecchia-Livorno, che fa parte del Corridoio Tirrenico, il cui costo non è stato ancora quantificato. Al Sud la priorità resta il completamento della Salerno-Reggio Calabria, per la quale mancano 2 miliardi e mezzo. Seguono la statale jonica, alla quale saranno destinati 265 milioni, e il ponte sullo Stretto, che richiede subito almeno 700 milioni per avviare gli espropri.
I 4 miliardi e mezzo circa per le infrastrutture di trasporto in Campania, promessi da Berlusconi e Matteoli al governatore Bassolino, non arriveranno certo tutti venerdì, ma una prima tranche sicuramente sarà appostata. Si tratta di risorse significative, che dovranno poi essere sommate alle altre fonti di finanziamento europee di competenza regionale e ai soldi ordinari della Regione per giungere a un totale di circa 14 miliardi, di cui 12 già disponibili. È molto probabile che saranno prioritariamente sbloccati i finanziamenti per la Metropolitana regionale, dove i cantieri sono già a uno stadio molto avanzato, e per gli scali aeroportuali di Grazzanise e di . Mentre bisogna verificare, numeri alla mano, se con i soldi disponibili si potrà già ora finanziare la prima tratta beneventana della linea di Alta Velocità Napoli-Bari. Già dopodomani nel pre-Cipe è facilmente prevedibile un duro braccio di ferro. I paladini del Mezzogiorno si potranno fare forti del fatto che la maggior fetta dei soldi reperiti per essere stanziati, ben 12 miliardi, fa parte di una quota delle risorse del Fondo Aree Sotto Utilizzate destinata prioritariamente al Sud e adesso riprogrammata per scelta del governo Berlusconi.