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Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda james » 20 luglio 2010, 10:05

La Campania e zone limitrofe è una macroarea con oltre sei milioni di abitanti. E' impossibile immaginare che possa essere servita da un unico aeroporto che non può ulteriormente espandersi. Quindi, la considerazione sugli scali fatta solo in base ai passeggeri lascia il tempo che trova. Secondo me, in Campania ci dovranno essere NAP e QSR con un'unica gestione. Grazzanise è completamente inutile e mi pare che qualcuno cominci a dirlo.
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda asessa » 20 luglio 2010, 11:12

Sulla home del portale ho scritto questo, anche su aviazionecivile :

Un piano che addirittura dice che per favorire il mercato bisogna aumentare i movimenti e i passeggeri a MILANO LINATE che da sempre è considerato uno dei mali dell'aviaizione civile italiana.

Ma veniamo alla situazione della nostra regione. Non si capisce il piano come analizza la situazione in Campania.
Da quello che leggiamo Napoli è strategico , QSR di fascia C e Grazzanise non viene nemmeno considerato .

Ora NAP attualmente ha il suo numero pax massimo raggiungibile (qualcuno afferma anche con deroga visto che la sua posizione dovrebbe limitarne i movimenti e di conseguenza i pax) e non è espandibile.
Come pensano questi signori quindi di risolvere il problema in vista, lo dicono loro, di un forte incremento pax nei prossimi 20 anni ???

Nel piano si parla anche di strutture che devono anche essere accessibili via terra e via treno .
Ricordiamo che QSR, fascia C , ha un uscita autostradale a 1 km con lavori in corso per la connessione diretta, la strada ferrata a 100 mt con relativo progetto per la costruzione di una stazione della metro Salerno (in fase di avvio) . Inoltre ha in corso la progettazione definitiva della nuova pista di volo a 2200 mt e 49 mln di euro già assegnati dall'Europa per il potenziamento dell'infrastruttura.

Forse in Campania ci sarebbe anche la soluzione già pronta...
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda Maurodux » 20 luglio 2010, 11:32

mi sembrano gli stessi concetti risaputi abbondantemente... è chiaro che così com'è per qsr non c'è futuro. Io credo che ENAC dovrebbe porre un ultimatum: se entro la fine del 2011 questi pseudo-amministratori non saranno in grado di rendere l'aeroporto infrastrutturalmente appetibile, si chiude baracca e burattini e si va tutti a casa.....
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda asessa » 18 agosto 2010, 9:37

Meno rotte e meno sprechi
Il federalismo dei piccoli aeroporti
Ecco il piano Enac che rivoluziona gli scali italiani. Cambiamenti in vista per i 20 più piccoli. Il dossier sarà discusso con il governo e gli Enti locali di LUCIO CILLIS

Meno rotte e meno sprechi Il federalismo dei piccoli aeroporti

ROMA - Arriva il federalismo aeroportuale. Riguarderà soprattutto gli scali più piccoli, quelli con futuro incerto e costi elevati che pesano sulla collettività: in prospettiva dovranno rinunciare a diverse rotte e, in particolare, a quelle internazionali che saranno concentrate negli aeroporti principali del Paese.

E questo perché lo Stato farà un passo indietro, trasferendo proprietà e gestione agli enti locali: toccherà dunque a Comuni, Regioni e Province - già alle prese con problemi finanziari indotti dalla crisi e dai tagli del governo - decidere se farsi carico delle spese di mantenimento degli scali minori. Insomma, da qui a qualche anno sarà sempre più difficile volare da piccole città italiane verso le grandi mete europee.
È il destino di almeno 20 aeroporti - da Aosta a Cuneo, da Foggia a Perugia, da Siena a Tortolì - in base a quanto pianificato da qui al 2030 nello studio "Sviluppo della rete aeroportuale italiana" che l'Enac ha consegnato al ministero dei Trasporti.
La soluzione per aggirare i costi che pesano sulla collettività, come quelli relativi all'assistenza al volo o al servizio dei vigili del fuoco (una media di almeno due milioni l'anno ad aeroporto, per un totale di circa 60 milioni) viene proposta al governo dall'Ente per l'Aviazione civile e dal suo presidente, Vito Riggio: un piano, sul quale l'ultima parola spetterà al ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che non mancherà di scatenare reazioni a catena da parte di Regioni e Comuni. Lo studio messo a punto per conto dell'Enac da OneWorks, Kpmg e Nomisma, traccia una netta linea di demarcazione tra gli aeroporti strategici e quelli che, al momento, non hanno grosse chance di crescita. Il futuro è roseo per 14 scali nazionali di rango: hub e aeroporti che mostrano tassi di sviluppo dei passeggeri elevatissimi. Nodi come Fiumicino, Malpensa, Venezia, Linate e via fino a Bologna, Bari (se verrà allungata la pista a 3 chilometri) e Palermo, hanno tutte le carte in regola per raddoppiare capacità e numero di passeggeri nei prossimi 10 anni, consolidando la loro posizione di "porta di ingresso in Italia". Questi aeroporti potranno crescere e aumentare la loro quota di voli.
Ma gli altri scali oggetto del riassetto rischiano di restare al palo, riducendo progressivamente la loro presenza sulle rotte internazionali. I 10 definiti come "primari", nel piano sono considerati come "non strategici" perché limitati nel bacino di utenza e nello sviluppo delle infrastrutture. Mentre i restanti 24, definiti "complementari", saranno operativi solo per soddisfare esigenze locali particolari e circoscritte, come isole o zone marginali del Paese altrimenti non raggiungibili. Alcuni dei 10 aeroporti medio-piccoli, potrebbero dunque essere costretti a rinunciare a diverse tratte da e per l'Europa mentre il gruppetto dei 24 complementari rischia un ulteriore, quanto fatale, ridimensionamento.
Bene, è proprio su 20 di queste ultime 24 realtà che l'Enac propone di sparigliare: "Nei prossimi 10 anni i passeggeri degli scali nazionali aumenteranno di circa 100 milioni rispetto ad oggi - spiega Riggio - è quindi necessario agire subito. Ma dobbiamo anche renderci conto che in un momento particolare come questo, in cui si parla tanto di federalismo, lo Stato non potrà più farsi carico degli oneri che gravano sugli aeroporti minori". Per mettere a nudo le contraddizioni del trasporto aereo italiano il presidente dell'Enac cita il caso emblematico di Comiso, in provincia di Ragusa: "Si tratta di una struttura nuova, pronta per essere inaugurata dopo 4 anni di lavori e un investimento di 53 milioni di euro. Ma siamo fermi: quella è una pista che non apre proprio perché oggi noi non siamo in grado di sapere chi sia il vero gestore o proprietario dello scalo. Se il Comune, che reclama attenzione ma nel contempo ha già dei problemi di bilancio da affrontare prima di occuparsi di un aeroporto, oppure se la responsabilità è della Regione Sicilia. Che a sua volta punta alla gestione spalmando però i costi sull'intera collettività. Per questo sarebbe meglio che lo Stato cedesse completamente il controllo agli enti locali. I quali - precisa Riggio - a quel punto dovranno farsi due conti e scegliere se pagare le spese di un aeroporto che muove pochi passeggeri l'anno, di sobbarcarsi la spesa per il lavoro degli "uomini radar", per quello dei pompieri, per tenere a norma tutte le strutture o se lasciar perdere e spendere in altro modo i loro soldi"


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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda asessa » 25 agosto 2010, 9:10

Matteoli: "Troppi 106 aeroporti, ma difficile chiuderli"

La cifra di 106 aeroporti in Italia "è assolutamente sproporzionata e ha creato disagi" ma è difficile chiuderli in "un Paese dove ognuno vuole il suo forno". È quanto ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, intervenendo ad un convegno al meeting di Cl in corso a Rimini. Lo stesso ministro ha fatto presente che la crisi della compagnia di bandiera "ha anche questa motivazione". Dicendosi d'accordo con le dichiarazioni dell'amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, Matteoli ha fatto poi notare che "è un tema che va approfondito". "Ma cosa faccio? - ha aggiunto - Propongo di chiudere aeroporti o porti in un Paese dove ognuno vuole il suo forno? Bisogna bloccare questa deriva ma è difficile intervenire". Nel corso del convegno Moretti ha infatti posto il problema che in Italia ci sono troppe infrastrutture inutili nel sistema della mobilita'. "In Italia - ha sottolineato il top manager - ci sono troppi porti, troppi aeroporti e troppi centri merci. Un 15% di infrastrutture è inutile".


http://www.ttgitalia.com/pagine/Matt...Home-news.aspx

il Ministro dei Trasporti non sa nemmeno quanti "aeroporti" (aperti al traffico commerciale) ci sono (46 , dato ufficiale ENAC) e conta pure le aviosuperfici. Mi pare normale che dica che non può chiudere un bel niente..!
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda antoschi » 30 agosto 2010, 22:07

da " Il Sole 24 ore " del 26.08.2010 di Marco Morino

Alla fine il sorpasso non c'è stato. Linate conserva la terza posizione nella classifica degli aeroporti italiani per numero di passeggeri in transito e Bergamo-Orio al Serio la quarta. Nelle prime due posizioni della classifica si confermano, rispettivamente, Roma Fiumicino e Milano Malpensa. I dati di traffico relativi ai primi sette mesi dell'anno rilasciati ieri da Assaeroporti (gestori aeroportuali) rilevano la ripresa generale del settore, in linea con lo scenario internazionale delineato, sempre ieri, dalle statistiche della Iata (compagnie aeree). Ma procediamo con ordine.
I dati di Assaeroporti
A luglio il sistema aeroportuale italiano ha registrato, nel suo complesso, una crescita del 7% nel traffico passeggeri rispetto allo steso mese del 2009 (+5,3% lo sviluppo nei primi sette mesi, segnati come noto anche dalla vicenda della nube vulcanica). Fiumicino (+8,1%) e Malpensa (+10,7%) restano gli scali leader per volumi di traffico. Alle loro spalle resiste Linate: lo scalo cittadino di Milano, che per legge ha un numero di voli contingentato, respinge l'assalto di Orio al Serio (che pure cresce a un buon ritmo: +6,1%) e conferma la terza piazza. Ad agosto, secondo le anticipazioni della Sea, a Linate il traffico passeggeri dovrebbe crescere del 3%, allontando ancora una volta il rischio sorpasso da parte dei cugini-rivali di Orio. Nei primi cinque scali italiani c'è anche Venezia, in salita a luglio del 4,5 per cento.
La domanda internazionale
I dati di Assaeroporti sono in linea con le rilevazioni della Iata, che confermano la crescita della domanda di traffico aereo internazionale, anche se siamo in presenza di un rallentamento del ritmo. I dati Iata relativi al mese di luglio mostrano un rafforzamento della domanda sia passeggeri (+9,2%) sia cargo (+22,7%) rispetto allo scorso anno. L'incremento tuttavia è inferiore a quello di giugno: rispettivamente +11,6% e +26,6 per cento. «È chiaro che la ripresa è entrata in una fase più lenta - scrive la Iata -. Durante la seconda metà del 2009 la domanda rimbalzava a un tasso annualizzato del 12% per i passeggeri e del 28% per il cargo. Nell'anno che arriva a luglio i tassi di crescita annualizzati sono scesi all'8% per i passeggeri e al 17% per il cargo. Tuttavia, sono ancora considerevolmente al di sopra del tradizionale trend di crescita del settore del 6%». «La ripresa della domanda è stata più veloce di quanto anticipato. Ma guardando alla fine dell'anno il ritmo della ripresa è probabile che rallenti» afferma il direttore generale della Iata, Giovanni Bisignani, osservando che la situazione finanziaria del settore resta «fragile».
Novità a Malpensa
Malpensa, primo aeroporto in Italia, si allinea agli standard europei applicando la nuova procedura di rifornimento carburante come avviene nei terminal più grandi. La nuova procedura permette di fare carburante coi passeggeri a bordo senza la presenza dei vigili del fuoco: un risparmio economico e di tempo per le compagnie aeree che devono rifornirsi a Malpensa. La procedura – spiega la Sea – garantisce massima sicurezza e maggiore velocità nell'operazione di rifornimento e permette altresì alle compagnie aeree di recuperare tempo a favore di una maggiore puntualità. Infatti, le operazioni di imbarco e sbarco risultano più snelle.
Sempre su Malpensa, con l'introduzione dell'orario autunno/inverno, si annunciano novità interessanti anche sul lato dei voli. Alitalia ha in programma di introdurre, dal prossimo 7 ottobre, una frequenza settimanale aggiuntiva, soggetta ad autorizzazione da parte delle autorità governative nipponiche, su Tokyo Narita che passerebbe quindi da 3 a 4 voli alla settimana.
Lufthansa Italia aggiunge due nuove destinazioni al suo network da Malpensa. Con l'orario invernale Malpensa sarà collegata anche con Catania e Praga. Il volo per Praga avrà frequenza giornaliera mentre quello per Catania sarà effettuato sei volte a settimana (tutti i giorni tranne il sabato). Novità importanti anche per i collegamenti con gli Stati Uniti. Delta airlines conferma che il servizio su New York JFK ritornerà, dopo diversi anni, a essere quotidiano anche durante la stagione invernale. American airlines annuncia l'incremento di un collegamento settimanale (da 4 voli a 5) sempre sullo scalo di JFK.
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda asessa » 11 ottobre 2010, 15:47

Aeroporti, caccia al tesoro delle privatizzazioni


ALESSANDRA CARINI

Gli aeroporti sembrano essere rimasti l’ultimo Eldorado dell’economia italiana, forti delle previsioni del raddoppio dei passeggeri nei prossimi 20 anni, di un margine operativo lordo, nell’anno della crisi nera, il 2008, del 30% (in soldoni 5,6 euro a passeggero), di un utile netto ancora positivo. Un’isola felice che per il 70% è a controllo pubblico, per lo più di enti locali, sulla quale si appuntano le speranze degli investitori che qualcuno smobiliti pacchetti azionari, stretto dalla necessità di fare cassa. Non sarà forse un caso che il fondo F2i di Vito Gamberale abbia lanciato la sua proposta di investirci, a partire dall’acquisizione dello scalo di Napoli Capodichino, che i Benetton resistano nel fortino, assediato dai debiti, di Adr (Fiumicino) ma resistano un po’ meno come azionisti di minoranza di due scali, Torino e Firenze, dove numerosi sono gli scontri con gli enti locali; che Enrico Marchi, azionista di maggioranza della Save, la società che gestisce lo scalo di Venezia, pur costretto, si ricompri dalla Regione un pacchetto di azioni in vendita.
Ma guardando dentro i numeri del monumentale Rapporto confezionato da OneWorksKpmgNomisma, con il coordinamento di Giulio De Carli, che il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli presenterà al Cipe della prossima settimana, la realtà appare tutt’altro che un Eldorado. Perché a fronte delle belle prospettive di sviluppo e magari di guadagno, ci sono miliardi di investimenti negli scali da mettere in atto, e anche urgentemente, aggregazioni da realizzare tra aeroporti limitrofi, politiche di sviluppo delle infrastrutture da strappare allo Stato. E tutto questo in una quadro tariffario che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è deciso a tenere sotto stretto controllo, in un clima di austerità. Con il suo "no" ha già bloccato il ritocco delle tariffe che pure il governo aveva promesso, facendo imbufalire i proprietari degli scali e resistendo alle pressioni di pezzi da novanta, come i presidenti di Milano, Giuseppe Bonomi e quello di Roma, Fabrizio Palenzona, che erano scesi in campo a sostenerli con l’avallo di Berlusconi. "Se volete gli aumenti fate i piani", dice nella sostanza il ministro. E al prossimo Cipe, di aumenti tariffari o anticipi che dir si voglia, non c’è l’ombra.
Così è cominciata la lunga trattativa sui piani: Milano è in dirittura d’arrivo, seguita da Venezia. A Fiumicino l’elaborazione è complessa e delicata per i debiti che gravano sullo scalo, ma la speranza dei vertici di Adr è di strappare un sistema tariffario sicuro per i prossimi anni, simile a quello conquistato da Autostrade. Da soli questi tre scali, che il Rapporto definisce i tre gate intercontinentali italiani, devono investire qualcosa come 5,5 miliardi nei prossimi anni.
Ma è un destino che condividono con molti degli aeroporti italiani nei quali gli investimenti, per la complessità urbanistica e gli iter approvativi, devono essere decisi anni prima. Le piste di decollo e atterraggio saranno sature a breve termine a Fiumicino, Bergamo, Catania e Napoli. I piazzali di sosta tra poco saranno insufficienti, rispetto alle piste, a Fiumicino, Linate, Napoli, Bergamo, Palermo, Bologna, Pisa. Le aerostazioni di Bergamo, Catania, Napoli, Ciampino, Palermo, Pisa, Verona, Firenze, Treviso, dovranno a breve essere ampliate perché troppo piccole rispetto ai passeggeri che movimentano. Nell’orizzonte dei prossimi 1015 anni, lo studio prevede la costruzione di due nuovi scali, Grazzanise in Campania, come aeroporto primario, data la saturazione di Capodichino, e Viterbo nel Lazio, per i quali si chiedono snodi autostradali e linee ferroviarie.
Così l’Eldorado si trasforma in una sorta di "caccia al tesoro" i cui risultati non sono garantiti solo dalle gestioni aeroportuali e dalle tariffe ma anche dalle strategie dei manager che gestiscono gli scali. Dice il Rapporto che le società di gestione dovranno promuovere nei prossimi anni aree di business complementari, dal real estate alle aree commerciali, in grado di dare una redditività sufficiente a sistemare la gestione aeroportuale fino a quando finirà di produrre risultati negativi. E i dati sulla redditività degli scali (più sono grandi e più guadagnano, anche se Firenze Bergamo costituiscono un’eccezione) insieme alle necessità di infrastrutture necessarie prefigurano future unioni. Un polo a Nordovest: Milano, Bergamo, Brescia; a Nordest: Venezia Treviso Trieste. Due al centro: Pisa Firenze, e Roma FiumicinoCiampinoViterbo. Due al Sud: NapoliSalerno e Bari BrindisiFoggiaTaranto.
Lo scenario di razionalità del rapporto deve però fare i conti con le mosse degli attori. Gamberale con il suo fondo ha conquistato Capodichino, city airport di Napoli, e conta sulla sua vitalità più che a pensare a Grazzanise. Il Fondo si candida anche alle gare per conquistare lo scalo di Cagliari, dove potrebbe essere in corsa anche la Save, e di Genova per il quale il titolare dell’authority, che ha il 60% delle azioni della società, dovrebbe avviare a breve la gara. Pisa (51%) e Firenze (a maggioranza privata con un ruolo preminente di Aeroporti Holding) cercano alleanze per lo sviluppo. Ma a Firenze, così come a Torino, Aeroporti Holding, partecipata Benetton, si scontra sulla governance e sulle politiche di bilancio con i soci pubblici, tanto che non sembra improbabile l’uscita da questi due scali minori per concentrarsi su Adr.
Save cerca occasioni di sviluppo, l’accordo con Trieste Ronchi potrebbe essere imminente, ma deve impegnare i soldi nel ricomprare dalla Regione una quota. Chiude per un’estate l’aerostazione di Treviso per lavori, punto di riferimento di Ryan Air (che atterrerà durante la chiusura a Venezia) anche se VeronaCatullo che ha scoperto il low cost tenta di approfittarne. Insomma la partita è aperta sulle piste e nelle alleanze e il Cipe dovrà decidere come procedere per "dare ordini e ordine".


http://www.repubblica.it/supplementi/af ... chino.html
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda asessa » 9 dicembre 2010, 12:48

Riprendo questo topic per informarvi del rapporto del MInistero sulle infrastrutture principali fino al 2013.

http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=08922

Da pag 104 c'è il discorso infrastrutture aeroportuali.

Rapporto finale sulle attività per la redazione dello studio sullo “Sviluppo futuro della
rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell’organizzazione
infrastrutturale del territorio”.


estratti

AREA SUD Comprende le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e i subbacini
insulari della Sicilia e della Sardegna. Include gli scali di Napoli Capodichino,
Salerno Pontecagnano, Bari Palese, Brindisi Casale, Taranto Grottaglie, Foggia,
Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria. Ricomprende inoltre gli scali siciliani di
Catania Fontanarossa, Palermo Punta Raisi, Trapani Birgi, Lampedusa, Pantelleria,
Comiso e quelli sardi di Cagliari Elmas, Olbia Costa Smeralda, Alghero Fertilia e Tortolì
Arbatax.


Dal punto di vista della consistenza è stata effettuata una comparazione del
numero totale degli aeroporti del nostro Paese rispetto agli altri europei, dalla quale è
risultato che il numero di scali italiani è in linea con gli altri; si registra infatti un aeroporto
ogni 600 mila abitanti e ogni 3.000 Kmq, con valori di densità molto minori alla media dei
paesi comparati.

Per quanto attiene al ruolo, la rete degli aeroporti minori svolge una rilevante
funzione di supporto ai grandi scali, costituendo la struttura base per rispondere a
diverse esigenze del territorio in materia di controllo, protezione civile, soccorso aereo
nonchè emergenza, non solo nelle situazioni di calamità naturali, ma soprattutto per la
109
lotta agli incendi; a queste funzioni si aggiungono le altre attività di carattere sportivo e
turistico, ma anche attività di addestramento e formazione.




Nell’ambito delle caratterizzazioni anzidette viene anche individuata
un’interessante ulteriore specifica qualitativa riguardante alcuni aeroporti le cui attività
e sviluppo futuro sono strettamente correlati dal punto di vista trasportistico
(prescindendo perciò dagli aspetti gestionali), con gli scali limitrofi più importanti con le
aggregazioni seguenti:
· Milano (Malpensa, Linate), Bergamo, Brescia;
· Venezia, Treviso, Trieste;
· Pisa, Firenze;
· Roma, Ciampino, Viterbo;
· Napoli (Capodichino, Grazzanise), Salerno;
· Bari, Brindisi, Foggia, Taranto;
· Palermo, Trapani;
· Catania, Comiso.


Risultanze dello studio
La rilevazione compiuta sul sistema aeroportuale italiano, tenuto conto di una
uniforme crescita futura del mercato, porta a ritenere che la somma degli scali
strategici, primari e complementari esistenti, è in grado di rispondere ai livelli di traffico
che lo stesso Studio prospetta per il prossimo ventennio.
La soddisfacente risposta alla futura domanda di traffico rimane però
condizionata:
· alla realizzazione delle infrastrutture attinenti alle altre forme di trasporto,
prevalentemente ferro/gomma, per attuare un’efficace intermodalità con l’aria,
ampliando non solo l’estensione dei bacini serviti, ma anche la partecipazione al
servizio di rete di quel patrimonio aeroportuale esistente che oggi gioca un ruolo
di complemento;
· alla realizzazione degli interventi di adeguamento e potenziamento riguardanti la
maggior parte degli aeroporti, pianificati e indicati nello Studio anche oltre
l’orizzonte dei Piani di sviluppo aeroportuali.
Fatti salvi l’aeroporto di Napoli Grazzanise e quello di Viterbo, quale nuovo terzo
scalo del Lazio, non è prevista la realizzazione di nuovi scali nell’intero Paese entro il
prossimo ventennio.
Gli interventi aeroportuali di valore strategico sono i seguenti:
· potenziamento ed espansione dell’aeroporto di Fiumicino;
· potenziamento ed espansione dell’aeroporto di Milano Malpensa;
· pianificazione dell’espansione del sedime dell’aeroporto di Venezia;
· realizzazione di una nuova pista di volo dell’aeroporto di Firenze,
· prolungamento della pista di volo dell’aeroporto di Catania,
· pianificazione del nuovo scalo di Grazzanise,
· pianificazione del nuovo scalo di Viterbo.
Dal punto di vista dell’intermodalità le reti ferro/gomma a cui dovrà essere
riservata un’attenzione prioritaria sono quelle a servizio dei seguenti aeroporti:
Roma Fiumicino; Milano Malpensa; Venezia; Milano Linate; Bergamo; Brescia;
Genova; Verona; Bologna; Pisa; Viterbo; Napoli Capodichino; Grazzanise; Bari;
Lamezia Terme; Catania; Palermo; Cagliari.
Il quadro generale della rete aeroportuale nazionale futura, come rappresentato
nella mappa generale, denota una equilibrata uniformità di copertura del territorio,
tenuto conto delle differenze socio-economiche e delle dotazioni di infrastrutture e
servizi tra le diverse aree del Paese.
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Re: Aeroporti, in Italia poco traffico in troppi scali

Messaggioda Maurodux » 11 dicembre 2010, 10:12

da quest'articolo si evince che c'è ancora spazio per QSR nel panorama aeroportuale italiano... a dispetto delle tante chiacchiere a vuoto dei mesi scorsi
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Maurodux
 
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