da asessa » 27 maggio 2010, 7:53
Aeroporto, Maiese: Dove sono i soldi?
«Parlano di sette milioni di euro per chiudere l'accordo con Alitalia: ma i soldi dove sono? Chi è che paga?»: all'indomani dell'incontro del presidente della Provincia Cirielli con i dirigenti della compagnia aerea di bandiera, Carmine Maiese
commenta in questo modo la notizia, comparsa nella giornata di ieri, di un accordo con Alitalia per riprendere i voli già da luglio. Il consigliere della società di gestione, da molti indicato come candidato più accreditato per la carica di presidente, esprime tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni su una vicenda che sembra ben lungi dall'arrivare ad una conclusione. Senza escludere anche decisioni clamorose in futuro.
«Da quanto mi è stato riferito – afferma infatti Maiese – grazie all'intercessione del presidente Cirielli Alitalia avrebbe deciso di attivare questi voli. Io, però aspetto di vedere i termini della questione. Ad oggi, infatti, non è ancora stata fatta un'assemblea con i soci, nel corso della quale sia stato detto quanto ognuno dei singoli componenti abbia intenzione di investire. Ma se non si sa quanti soldi ci sono a disposizione, come si fa a chiudere un accordo? Si è parlato di una cifra vicina ai sette milioni di euro: ma questi soldi ci sono? Avere la disponibilità di una cifra del genere significherebbe che la Camera di Commercio, con il 40% delle quote, dovrebbe sborsare 2 milioni e 800mila euro, la provincia, che detiene il 27% , quasi 1 milione e 900mila euro, e via dicendo (il Comune di Salerno, con il 13%, avrebbe una spesa di circa 900mila euro, mentre sarebbe di 700mila euro la spesa del comune di Pontecagnano, ndr). Bisogna però capire se questi soldi ci sono. ho l'impressione che si stia facendo una grande “ammuinaâ€, ma intanto il dato di fatto è che l'aeroporto è chiuso. Ci voleva una grande capacità per farlo chiudere,e ci si è riusciti. Qualcuno, però, dovrebbe chiedersi come abbiamo fatto ad arrivare a questa situazione».
Il consigliere della società di gestione ed esponente della Camera di Commercio critica apertamente le scelte compiute finora, a cominciare dall'eccessivo spazio, anche mediatico, dato alle notizie sulle trattative: «Riapire l'aeroporto ora è più difficile che tenrlo aperto prima. Se qualcuno dei signori che gestiscono la struttura avesse avuto un padre commerciante, saprebbe che non si interrompe il rapporto con un fornitore se prima non se ne ha un altro, altrimenti si corre il rischio di rimanere con gli scaffali vuoti e di dover chiudere il negozio. E' quanto è accaduto con l'aeroporto. intanto, si continuano a commettere degli errori: divulgare le notizie sull'aeroporto è sbagliatissimo, anche perchè in questo modo non si fa altro che continuare a prendere in giro la gente. Avevamo una cosa che funzionava e siamo stati in grado di non farla funzionare più».
Maiese va anche oltre: «A Salerno non si fa altro che litigare, ed intanto i tempi si allungano. Un esempio è la pista dell'aeroporto: abbiamo fatto la gara a maggio del 2009, ed ancora non ci sta niente. Vorrei solo ricordare che, se andiamo avanti in questo modo, i fondi stanziati, essendo il periodo di riferimento il settenale 2007 – 2013, potrebbero anche essere destinati ad altro».
Maiese non esclude anche decisioni clamorose, qualora la situazione di incertezza dovesse protrarsi ancora a lungo: «Da consigliere di amministrazione io non so più cosa devo fare. Fra poco, se si va avanti così, mi vedrò costrettto a dimettermi per non essere accomunato a questa gente. Sono dieci anni che sto dietro all'aeroporto, ed ogni volta facciamo tutto da capo. Tutti con l'aeroporto si sono divertiti, ci vorrebbe un poco di decenza. La domanda che mi pongo, però è questa: il pubblico, cosa ha capito di tutto quello che sta succedendo? Io sonon trasparente, so di aministrare i soldi delle imprese, ed ho il dovere di parlare e di dire come stanno le cose».
A tale proposito, Maiese svela anche un retroscena: «Tra le famose proposte che erano arrivate per trovare la nuova compagnia aerea, dopo la fine del rapporto con Air Dolomiti, a mio parere la più interessante era quella di Blue Air, che proponeva due collegamenti giornalieri per Milano per una cifra inferiore al milione di euro. La scelta era competenza del consorzio, ma io ritengo che questa fsse la proposta più vantaggiosa, anche per un altro motivo: con un picco di passeggeri intorno alle 17/18 unità per volo, che senso ha prendere un jet? Con un velivolo dalla capienza di 33 passeggeri, si avrebbero costi minori, costi che, con una media di una quindicina di passeggeri per volo, sarebbero sostenibili. Non dimentichiamo che il consorzio vanta crediti per oltre un milione di euro».
«Se non li fermiamo – conclude Maiese – l'aeroporto rischia di chiudere definitivamente. Si fanno progetti senza avere cognizione dei fondi a disposizione. Parliamo di cifre senza sapere dove si prendono. E poi, dove si è mai visto che mentre si parla con una compagnia (Air Dolomiti), si tratta e si punta su un'altra? E' ovvio che, così facendo, la prima si allontana,perchè non può certo fare da tappabuchi fino a quando arriva la seconda. Oltretutto, le trattative prevedevano per Alitalia che l'invenduto sarebbe stato corrisposto al 90% dal consorzio, ed al 10% dalla compagnia; per Air Dolomiti, invece, il rapporto era 60 a 40: non mi sembra che, nel primo caso, fare una proposta del genere significasse puntare sul successo e sullo sviluppo dello scalo»
Antonio Sessa - Presidente Associazione FlySalerno